sabato 8 aprile 2017

"La più amata" di Teresa Ciabatti

Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni e non trovo pace. 
Voglio scoprire perché sono questo tipo di adulto, 
deve esserci un’origine, ricordo, collego. 

Non conoscevo Teresa Ciabatti finché non mi sono imbattuta su un suo pezzo di qualche mese fa su La Lettura, inserto settimanale del Corriere della Sera, in cui raccontava di come qualcuno –non ricordo chi- l’avesse bollata come la peggiore scrittrice italiana (l’episodio è ricordato da Antonio D’Orrico su Sette del 10 marzo 2017). La faccenda mi mise in curiosità, ho cominciato a seguire Teresa Ciabatti su Facebook, dove è molto attiva, e ho iniziato a provare simpatia per la sua ostentata, voluta antipatia –falsa, falsissima, ma bisogna essere un po’ cinici per capirlo-, lontana com’ero dall’immaginare che di lì a poco sarebbe uscito il suo ultimo romanzo, “La più amata”, che poi mi sono affrettata a comprare. Una volta reso pubblico l’elenco dei candidati allo Strega, leggerlo è stato conseguenziale nell’immediato, non sia mai che vada a vincere il Premio più ambito in Italia e poi finisce che non lo leggo perché il gran parlare me ne allontana, com’è successo ad esempio con “La ferocia” di Nicola Lagioia o “Il desiderio di essere come tutti” di Francesco Piccolo, comprati e non ancora letti. 
Detto ciò, non è che di questo libro non si stia già tanto parlando: un po’ credo sia marketing –e quindi interviste, articoli, recensioni a tambur battente-, un po’ semplicemente discussioni, specie sui social, perché questo è un romanzo che sta facendo molto polemizzare e che mi sembra stia dividendo l’opinione dei lettori che lo stanno molto apprezzando o, viceversa, lo stanno detestando: insomma non sembrano esserci vie di mezzo. 
Leggo, seguo il dibattito, cerco di capire le ragioni di chi trova questa storia noiosa e inutile, ma non mi muovo dall’opinione che invece me ne sono fatta io, scevra da pregiudizi. 
A me questo libro è piaciuto e un indicatore di gradimento è il tempo che ho impiegato a leggerlo, sicuramente anche perché in fondo si tratta di poco più di duecento pagine, ma soprattutto perché mi incuriosiva sapere in che direzione si andava e dove l’Autrice mi avrebbe alla fine condotto: ci ho messo un giorno e mezzo, da cui sottrarre le ore dedicate al lavoro e al sonno. 
In breve, si tratta della ricostruzione della storia della famiglia che il Professore Lorenzo Ciabatti, primario ospedaliero, costruisce con Francesca, mettendo al mondo due gemelli, Gianni (ma il nome vero non è questo, il fratello di Teresa ha chiesto che venisse cambiato) e appunto Teresa, nella provincia toscana, a Orbetello, dove il professore è una personalità in vista, potente e temuta. 
Il racconto, che parte in medias res, è diviso in tre parti, dedicate ciascuna alle tre figure di riferimento della storia, Lorenzo Ciabatti - “il prescelto”, Teresa Ciabatti - “la più amata”, Francesca Fabiani - “la reietta”, a cui si aggiunge una quarta parte dedicata ai “sopravvissuti”. La narrazione procede in disordine, i piani del tempo si intersecano, dando una visione frammentata dell’insieme che però ha una sua unitarietà, proprio in quel suo andare avanti e indietro sulla linea del tempo. 
Si tratta di uno scritto autobiografico dove quello che conta sono le domande, anche se le risposte non sempre arrivano. E se le risposte non arrivano, a un certo punto non importano più, perché ciò che conta è aver fatto un viaggio a ritroso fino a un tempo felice, rotondo e perfetto, pieno di imperfezioni, spigoli e infelicità soffocate, che gli occhi dei bambini non vedono, ma quelli degli adulti sì. 
Al centro di tutto, nonostante quel tutto parta da lui, non c’è il Professore -massone, potente, tirchio, millantatore anche, non attraente ma capace di affascinare-, ma la piccola Teresa che con il padre ha un rapporto di privilegio: è lei la più amata che si sentirà la meno amata quando lui, dopo che la moglie lo lascia per tornare a Roma da dove era partita, piena di speranze e ambizioni -anche lei medico che abbandona la carriera per la famiglia-, svende quasi tutto il patrimonio immobiliare, compresa la stupenda villa al mare con undici bagni, biancheria in tinta per ogni ambiente e piscina in giardino, quando erano in pochi a potersela permettere. 
Anche i ricchi piangono e parecchio e in particolare lo fa Teresa che si accorge che quei privilegi che le sembravano naturali, dovuti e necessari si possono perdere da un momento all’altro, perché a volte le persone cambiano, si ribellano, si oppongono a ciò che non possono capire, cosa che succede a sua madre Francesca, moglie piegata senza che ne abbia consapevolezza, costretta a rinunciare alla sua affermazione personale, curata dall’inevitabile depressione con un sonno lungo un anno, un anno di oblio in cui non vede crescere i suoi figli. Dalle stelle alle stalle è difficile, ma ciò che è più difficile è guardarsi con gli occhi degli altri, per i quali essere una Ciabatti non significa nulla, fuori da Orbetello. 
Cosa mi è piaciuto di questo romanzo? Intanto lo stile, quel raccontare e raccontare anche a se stessa, l'ammiccare al lettore, il dialogarci quasi, il disordine del ricordo in una sintassi ritmata, e poi lo scopo: ho interpretato questa storia come una catarsi, un’analisi finalizzata a far pace con un passato scomodo e con i suoi protagonisti, un modo per mettersi a nudo, per poter vivere un rapporto migliore con il proprio presente. Non so se questa specie di seduta psicanalitica su carta (cosa ricordi, Teresa? Stenditi sul lettino, parti da dove vuoi, prova a pensare alle cose più lontane che rammenti, parla a ruota libera, non importa se non vai in ordine, basta che tiri fuori tutto) sia servita all’Autrice, non so perché non credo che basti. Penso però che serva ai lettori: non occorre riconoscersi nei protagonisti di una storia, lo si fa anche con le figure di contorno le cui personalità, che si svelano in gesti e parole comuni, dicono molto anche di noi.
Photo Elena Tamborrino on CameraBag




La più amata 
Autore: Teresa Ciabatti 
Dati: 2017, 218 p., brossura 
Editore: Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri) 
Prezzo: € 18,00 
Giudizio su Goodreads: 5 stelline

Nessun commento:

Posta un commento