giovedì 16 giugno 2016

Ultima lettura: "Due" di Irène Némirovsky

Spesso l’amore non è che il ricordo di un istante d’amore 

Nel 2012 la RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani, nella collana “I libri del Corriere della Sera”, dà vita alla serie dei romanzi di Irène Némirovsky in tredici volumi, su licenza Adelphi. Della Némirovsky avevo letto “Il calore del sangue”, che non mi aveva particolarmente entusiasmato. Tuttavia, l’interesse che si è a un certo punto risollevato intorno a questa scrittrice ucraina nata all’inizio del Novecento e morta ad Auschwitz nel 1942, dopo un mese dalla deportazione (era ebrea, poi convertita alla religione cattolica), mi ha convinto ad acquistare tutta la raccolta, che comprende le opere -tra romanzi e raccolte di racconti- che in diciannove volumi Adelphi ha iniziato a pubblicare dal 2005, anno in cui è uscito “Il ballo” (tanto che probabilmente dobbiamo proprio alla lungimiranza di Roberto Calasso e dei suoi collaboratori la riscoperta di questa prolifica scrittrice). 
Cosa piace di Irène Némirovsky? Probabilmente la capacità di raccontare una società intrisa di perbenismi, da cui le vicende dei suoi protagonisti in qualche modo si svincolano, e allo stesso tempo indagare sapientemente nelle pieghe più nascoste dell’animo umano, rivelando aspetti inconsueti e anticonformisti per l’epoca in cui le storie sono ambientate. E la Némirovsky lo fa spesso esplorando i rapporti familiari, i legami affettivi, oltre che la società, in quel periodo oppressa dall’incombenza di una nuova guerra che, dopo la Prima Grande che aveva piegato l’Europa, avrebbe portato con sé la tragedia della persecuzione razziale. “Due” è il romanzo che ho letto nel mese di aprile su sollecitazione di un gruppo di lettura che frequento con cadenza mensile. Dopo un’introduzione al mondo frivolo e mondano in cui si narra degli intrecci sentimentali e amicali in un gruppo di giovani, alcuni dei quali sono fratelli e sorelle tra loro, la storia si dipana raccontando come i legami tra i cinque protagonisti si allentino da una parte, perché la vita divide alcuni di loro, mentre portano altri di loro a vivere rapporti preannunciati e non per questo felici, anzi. 
In pagine sapientemente cesellate, fatte anche di dialoghi serrati, l’Autrice descrive l’evoluzione dell’amore nel matrimonio, attraverso l’analisi del rapporto tra Antoine e Marianne e quello adulterino tra la sorella di lei, Evelyne, e lo stesso Antoine, osservando anche la relazione della coppia con i figli e con le rispettive famiglie di origine: un affresco realistico e spietato che, se alle prime pagine non mi stava coinvolgendo più di tanto, mi ha poi preso in maniera trascinante, da quando entra in scena la povera Evelyne, vittima di un amore impossibile perché proibito. 
Di questo romanzo colpisce l’anticonformismo delle vedute dei protagonisti, travolti da amori fuori dalle norme sociali di un’epoca che si produceva in ipocrisie capaci di lavare le coscienze, ma non l’anima. 
A Irène Némirovsky dobbiamo la capacità di raccontarlo senza filtri.
Photo HelenTambo on Instagram



Due 
 Autore: Irène Némirovsky 
Traduz.: Laura Frausin Guarino (prefazione di Giorgio Montefoschi) 
Dati: 2012, 239 p., brossura 
Pubblicato su licenza di Adelphi Edizioni (2010) 
Editore: RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani Prezzo: € 7,90 
 Giudizio su Goodreads: 4 stelline

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