martedì 8 dicembre 2015

Ultima lettura: "Per amore solo per amore" di Pasquale Festa Campanile


Per amore solo per amore

Autore: Festa Campanile Pasquale
Dati: 1983, 208 p., brossura; eBook con DRM 0,26 MB (Bompiani 2013)
Editore: Bompiani (collana I grandi tascabili)

Giuseppe si chinò su di lei e disse:
“Come sei bella, mia amata, mia colomba
che ti nascondi in un anfratto della roccia…”

Pasquale Festa Campanile è stato un regista e sceneggiatore molto prolifico, che nonostante la morte sopraggiunta in età ancora attiva (muore a Roma nel 1986 a neanche sessanta anni) ha lasciato molti titoli, soprattutto di commedie all’italiana. Meno produttiva sul piano numerico la sua attività di romanziere, che include solo otto romanzi, molti dei quali divenuti a loro volta film di buon successo.
Photo HelenTambo on Instagram
Premiato con il Campiello nel 1984, “Per amore solo per amore” è una delle storie più belle scritte, a mio parere, da Festa Campanile: è la storia di un giovane falegname, Giuseppe di Galilea, molto buono, bello e desiderato tanto da provocare la gelosia dei due fratelli Manasse e Zebulon e costringere il loro padre Giacobbe a dargli il suo e farlo partire per la sua strada, in modo da crearsi una vita lontano da Betlemme. A raccontare la storia di Giuseppe è Socrates, l’uomo che diventerà il suo servo, garzone di bottega, aiutante e consigliere, un amico fedele che accompagnerà il giovane nel corso della sua intera esistenza e sarà il testimone della sua vita sacrificata a un amore totale e inspiegabile, quello per Maria.
Prima di incontrare la piccola Maria a Nazareth, dove Socrates e il suo padrone sono arrivati, non senza aver vissuto qualche peripezia, e dove hanno deciso di fermarsi e metter su bottega, Giuseppe è stato un giovane molto ambito che però sapeva il fatto suo, stava attento a non dare troppa confidenza per evitare di rimanere incastrato da qualche ragazza che non nascondeva la sua ammirazione per lui e si lasciava sedurre solo dalle vedove, che non appartenevano a nessuno ed essendo libere gli consentivamo di non infrangere le leggi di Mosè. Ma a Nazareth il giovane falegname conosce Maria, che è ancora una bambina, destinata poi a diventare una bellissima ragazza che lui, che si era sempre dichiarato contrario al matrimonio potendo godere della disponibilità delle vedove più desiderate, vorrà sposare: questo cambierà tutta la sua esistenza, perché inspiegabilmente la ragazza, che tanto lo ama e che lui ricambia con passione, lo costringe ad un matrimonio bianco, che sarà fonte di sofferenza continua per il giovane uomo che avrebbe potuto scegliere e avere le donne più appassionate tra le sue braccia. Giuseppe accetta di sposare Maria, nonostante la ragazza sia visibilmente incinta: ma di chi, visto che lui non l’aveva mai toccata, rispettoso com’era delle leggi che lo vietavano? Questa sarà la domanda che tormenterà il falegname per tutta la vita, che lo costringerà a cercare consolazione nel vino e che sarà motivo di turbamento, nonostante il suo amore per la giovane moglie non sia scalfito nemmeno per un momento dal sospetto che lei gli sia stata infedele. Il figlio che nascerà durante il loro viaggio verso Betlemme, dove lui deve recarsi per un censimento ordinato dal re Erode e dove lei ostinatamente vorrà seguirlo nonostante la gravidanza avanzata, sarà un ragazzino come tanti, monello e un po’ impertinente (o almeno così appare al padre –ché tale Giuseppe si sente per lui, nonostante Gesù non gli sia figlio carnale-), che sviluppa un rapporto speciale con la madre, tanto da suscitare qualche gelosia in Giuseppe, che spesso si sente escluso dalla complicità che lega madre e figlio.
Lontano da qualsiasi concessione al mistero cristiano della concezione di Gesù, senza accordare il suo racconto al mito, Festa Campanile narra la storia di un uomo qualunque, cui tocca vivere una vicenda dai risvolti inaspettati: Giuseppe pensava ad una vita tranquilla, accanto alla donna che ha scelto e di cui è innamorato, nella sua bottega di falegname apprezzato per perizia e creatività e invece gli tocca in sorte una moglie che gli negherà il talamo nuziale, dopo essere stata forse vittima di una violenza sessuale il cui frutto è un ragazzino che gli darà non poche preoccupazioni. Una vita quasi banale se non fosse per il grande sacrificio che Giuseppe sceglie di compiere, solo per amore: tenersi una moglie che avrebbe potuto ripudiare, per rifarsi una vita ‘normale’. L’eccezionalità della storia che lo scrittore racconta è tutta qui, nella straordinaria personalità di Giuseppe, l’uomo qualunque al quale la storia cristiana ufficiale, quella narrata dai Vangeli, darà uno spazio molto marginale.
La scrittura di Festa Campanile, piana e gradevole, regala momenti di grande commozione che si alternano a pagine divertenti che strappano il sorriso. Particolarmente divertenti sono le pagine dedicate al “giro del cane”, l’usanza che i giovani e le giovani a Nazareth usavano di girare in circolo e in senso contrario (i maschi per un verso, le ragazze in senso inverso) per potersi vedere in faccia e in qualche modo conoscersi, così come toccanti sono i brani in cui Giuseppe e Maria si dichiarano reciprocamente l’amore, richiamando le parole del Cantico Dei Cantici, uno dei testi biblici più evocativi e insoliti, scritto in forma dialogica e attribuito al re Salomone.
Ho riletto questo romanzo, che avevo letto alla sua prima apparizione, conservandone un ricordo piacevole: lo ritrovo oltre trent’anni dopo, in occasione di un salotto letterario (e sono grata a chi lo ha proposto, altrimenti non credo che mi sarebbe capitato di rileggerlo), con la stessa freschezza che mi aveva già colpito. Purtroppo oggi è fuori catalogo; nonostante il sito di Bompiani indichi ancora gli store online dove acquistarlo, il libro risulta non disponibile. Nel 2013 lo stesso editore realizza la versione in e-book, che al momento è l’unica reperibile.
“Per amore solo per amore”, dieci anni dopo la sua pubblicazione, diventa un film, con la regia di Giovanni Veronesi, interpretato da un credibile Diego Abatantuono nella parte di Giuseppe e da una giovanissima Penelope Cruz nella parte di Maria di Nazareth.
Cercatelo, anche in edizione digitale o nei canali dei libri usati: è una lettura coinvolgente, che scorre veloce e lascia un’intensa emozione e una profonda compassione verso il protagonista.

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