giovedì 3 dicembre 2015

La forza del fungo


Lo so, sono prepotente.
Ma se non lo fossi, non vincerei la forza della Natura, o meglio la forza della Natura, che poi è anche la mia forza, sarebbe il mio primo nemico.
Photo HelenTambo on Instagram
Perché dobbiamo intenderci: io sono forte, ma anche il terreno da cui esco è forte, forse più forte di me.
Ed entrambi siamo figli della Natura, la stessa forza è stata distribuita a me e a lui, solo che da questo periodo fino a primavera quasi, tra noi sarà un braccio di ferro estenuante.
Da cui io, come si vede, esco vittorioso.
Certo, a volte mi viene facile: sottobosco soffice, foglie e muschio, odore forte di umido misto a terra e resina e verde. Sì, perché anche i colori hanno un odore e sono un odore.
Altre volte, come stavolta che sono spuntato sotto un albero di ulivo, devo esplodere in alto per uscire e la crosta della terra è dura e arida e secca, in una parola: faticosa.
Ma che ve ne pare di questo mio cappello che, liberato dal velo di protezione, si è arcuato a raccogliere i raggi del sole, come una grande ciotola? Sì, perché i raggi del sole sono anche liquidi ed io li posso contenere.
Sotto, mille e mille –si fa per dire, non so contare- sottilissime lamelle, anche loro fragili all’apparenza.
Invece no: tenero, profumato e irresistibile, ce l’ho fatta anche stavolta.
Prepotente, si diceva. Ma se non fosse così?
Non voglio pensare alla possibilità di essere raccolto, non so nemmeno se sono buono da mangiare, a dire il vero, su questa faccenda non sono molto informato e preferisco non approfondire.
Ma ho visto che chi passa da queste parti, si avvicina con cautela, mi osserva girandomi intorno, si china fino quasi a sfiorare con la guancia il terreno, dice che sono bello e poi lentamente si allontana, come se il rumore e il movimento intorno potessero disturbarmi.
Ecco, io vivrei sempre così. Almeno finché dura, fatemi stare così.

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