sabato 7 novembre 2015

#NidiDiRagno: ancora social reading con Italo Calvino e TwLetteratura


#NidiDiRagno: ancora social reading con Italo Calvino e TwLetteratura


Ora Pin è solo tra le tane dei ragni
e la notte è infinita intorno a lui
come il coro delle rane.

Ci sono libri che diventano i tuoi libri, quelli che da un certo momento in avanti ti accompagneranno per tutta l’esistenza, quelli che ti porterai sempre dietro, di trasloco in trasloco, di casa in casa, di vita in vita.
Allo stesso modo ci sono scrittori che diventano i tuoi preferiti, forse anche per caso, perché hai incontrato sul tuo cammino di formazione quelli e non altri, che potevano diventare anche loro i tuoi preferiti e che probabilmente resteranno occasioni perse.
Photo HelenTambo on Instagram
Diventano i tuoi preferiti magari per combinazione, ma poi per scelta, perché li cerchi, continui a leggerli, alla fine sai quasi tutto di loro e delle loro opere, di quello che dicevano, di quello che pensavano. E non a caso parlo di loro al passato, perché possiamo avere certamente tra i nostri autori preferiti anche scrittori contemporanei viventi, ma quando penso alla mia formazione in particolare, io penso a una certa letteratura, condensata soprattutto tra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso, con una specifica concentrazione sul Neorealismo. Per farla breve, ognuno ha le sue fissazioni e io sono un po’ fissata con Vittorini, Pavese, Fenoglio, Moravia, Cassola, Pratolini, Calvino e così via, solo per citare qualche nome tra i tanti possibili.
La scuola ha avuto in questo un ruolo decisivo, almeno nel mio caso: più volte ho avuto modo di dirlo, più volte mi sono dichiarata studentessa fortunata che ha fatto incontri fortunati con insegnanti eccezionali, che hanno rafforzato una naturale passione per la lettura, nata in famiglia prima che altrove, favorendo la conoscenza di autori importanti da inseguire, leggere e fare propri, in solitudine.
Italo Calvino è senza dubbio uno dei miei scrittori preferiti; vorrei dire che è il mio preferito, se non temessi di far torto ad altri che più o meno allo stesso modo mi appartengono. Ma con Calvino è nata subito un’intesa che si è giocata molto sulla possibilità di fantasticare indotta dalla lettura della trilogia de “I nostri antenati”, alle scuole medie: “Il barone rampante” è stato il primo romanzo di Calvino che ho letto a scuola, per l’ora di narrativa (si fa ancora alle medie?), e poi da sola ho completato la trilogia con “Il visconte dimezzato” e “Il cavaliere inesistente” perché ormai la febbre mi era venuta. Ripensavo a quello stralunato di Marcovaldo di cui mi avevano letto qualche racconto alle elementari e ritrovavo i nomi di ispirazione medievale e le situazioni surreali che tanto mi avevano colpito da ragazzina: da adulta le avrei trovate ancora nelle descrizioni che Marco Polo fa delle città invisibili, incontrate nei viaggi attraverso l’immenso impero di Kublai Kan. 
A diciassette anni leggo per la prima volta, e su consiglio della mia insegnante di Italiano, “Il sentiero dei nidi di ragno”, il primo romanzo di Italo Calvino, scritto e pubblicato nel 1947, quasi all’indomani della Liberazione, a bocce ferme ma non troppo rispetto a quella stagione politica e culturale tanto carica di significati. Quella fu un’epoca fervida di scrittori che volevano e sentivano di dover raccontare quello che avevano visto e vissuto: Maria Bellonci, nella Prefazione a "Tempo di uccidere"  di Ennio Flaiano, vincitore del primo Premio Strega proprio nel 1947, dice che quell’anno fu “buono per i libri e anche per gli scrittori; sebbene questi ultimi se ne siano accorti solo più tardi”. In effetti quello fu l’anno in cui sugli scaffali delle librerie si trovava “La romana” di Alberto Moravia accanto a “Il compagno” di Cesare Pavese, a “Malaria di guerra” di Enrico Pea, a “Cronache di poveri amanti” di Vasco Pratolini. E appena due anni prima, a due mesi dal 25 aprile, era uscito “Uomini e no” di Elio Vittorini, mentre due anni dopo Renata Viganò avrebbe pubblicato “L’Agnese va a morire”. Tutti volevano scrivere la guerra, la Resistenza, la vita nelle città e sulle montagne, il mercato nero, le miserie umane, gli atti eroici e le vigliaccherie, il dolore e la speranza. Calvino lo fece in modo diverso dagli altri, con una scelta che poneva il suo romanzo a margine della Storia: per non sentirsi in soggezione avrebbe affrontato il tema “di scorcio”, attraverso gli occhi di un bambino che gioca a fare il grande, in un gioco più grande di lui. E probabilmente questa è stata la cifra caratteristica di un romanzo immortale che può parlare a tutti, ai più piccoli come ai grandi, in una dimensione che Pavese per primo definì ‘fiabesca’, come d’altronde è quasi tutta la produzione di Calvino.
Sono sicura che in quello che ho scritto finora molti lettori si ritroveranno, perché Italo Calvino per molti della mia generazione è stato colonna portante nel processo di costruzione del proprio sapere.
Photo HelenTambo on Instagram
Oggi, a distanza di oltre trenta anni e dopo averlo sfogliato e risfogliato nel corso del tempo, riprendo la lettura de “Il sentiero dei nidi di ragno” e lo faccio con i miei alunni prima di tutto, con la speranza e la curiosità di vedere che effetto farà su di loro, dopo che abbiamo cominciato un percorso sulla letteratura neorealista che ci ha già visto leggere nelle scorse settimane "L'Agnese va a morire" di Renata Viganò. E lo faccio con la comunità di TwLetteratura, che ha accolto con entusiasmo la mia proposta e mi ha offerto tutto il supporto organizzativo per il lancio della riscrittura di #NidiDiRagno, che spero coinvolgerà molti utenti di Twitter e molte scuole, in una rete grandissima senza obblighi formali né protocolli da seguire, se non il rispetto di un calendario e delle poche e semplici regole del gioco, che trovate qui.
Sarà il rinnovarsi dell’incontro con Pin e Cugino e del Comandante Kim. Un incontro che si rinnova e che mi trova emozionata, in attesa di scoprire cosa troverò ancora tra le righe di questo romanzo, nelle parole dei suoi protagonisti, nel paesaggio che Calvino aveva a sua disposizione, perché era fatto dei suoi luoghi, e che aveva bisogno di popolare con figure epiche tra Storia e storie.
Appuntamento quindi a lunedì 9 novembre con #NidiDiRagno.

1 commento:

  1. Sei stata una studentessa fortunata è vero...
    ma quanto fortunati sono anche i tuoi studenti!

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