mercoledì 7 gennaio 2015

Ultima lettura: "L'amore che ti meriti" di Daria Bignardi


L’amore che ti meriti

Autore: Bignardi Daria
Dati: 2014, 247 p., brossura
Editore: Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri)

A Ferrara tutto è circoscritto, nascosto.
Il Castello è circondato dal fossato,
il centro è circondato dalle Mura,
i giardini sono interni, circondati dalle case,
persino le tende delle finestre, color cotto,
sembrano pensate per confondersi coi muri e nascondere segreti-

In questo libro si racconta di un mistero.
Che è quello che dovrebbe prenderti da subito e non mollarti finché non arrivi al suo scioglimento.
Invece la storia parte in sordina e ti avvolge piano piano, accompagnandoti in una Ferrara sonnacchiosa, che è il teatro degli avvenimenti che hanno visto protagonisti Alma e Maio ieri e Antonia, detta Toni, oggi.
Photo HelenTambo on Instagram
Alma e Marco, detto Maio, sono fratelli, cresciuti in una famiglia molto riservata e dal passato oscuro che si va svelando man mano che Antonia, figlia di Alma, si mette in testa di tornare a Ferrara, città di origine della famiglia materna, per indagare sulla improvvisa e oscura sparizione dello zio tossicomane, trent’anni prima.
Antonia, giovane scrittrice di gialli, prossima a diventare mamma, vorrebbe ispirarsi al commissario di polizia da lei stessa ha inventato, ma i suoi metodi investigativi sono goffi, i suoi tentativi di ricerca confusi e frammentari, per di più ostacolati dall’atteggiamento della madre, da sempre reticente sul passato della sua famiglia, e dalle persone che Toni incontra per fare chiarezza sul mistero della scomparsa di Maio. La soluzione dell’enigma arriverà alla fine, in modo del tutto inaspettato, come in ogni giallo che si rispetti.
Ma questo di Daria Bignardi non è propriamente un giallo, o meglio il giallo è solo un pretesto per analizzare i meandri oscuri in cui si annidano risentimenti, dolori e segreti familiari, in uno sfondo provinciale che è anche un omaggio alla sua città natale, Ferrara, così ricca di storia e cultura continuamente evocate (il nome di Giorgio Bassani è spesso richiamato, insieme al pasticcio di maccheroni alla ferrarese, quasi con la stessa frequenza).
Chi conosce la città, individuerà i luoghi in cui Toni si muove; per chi non è mai stato a Ferrara è un modo per farsi venire la voglia di fare un giro da quelle parti.
Il sistema dei personaggi che si muovono nella vicenda è complesso e si muove su due piani, tra passato e presente, con punti di intersezione (Alma tra ieri e oggi, la sua amica Michela, la signorina Lia, vicina di casa della famiglia di Alma ai tempi della scomparsa di Maio). Tutti sono ben tracciati e descritti sia fisicamente che caratterialmente: Leo (il compagno di Toni), il commissario D’Avalos (collega di Leo e guida per Toni a Ferrara), la signoria Lia e la sua cagnetta Mina, Isabella (la bella barista, figlia di quella Michela amica di Alma e Maio fino alla scomparsa di quest’ultimo, a cui era legata sentimentalmente -Ci siamo divertiti moltissimo noi tre. Tre è un bel numero, quando sei ragazzo. Un’utopia di società ideale-).
Lo stesso Maio si definisce sempre più precisamente, fino all’epilogo della vicenda. Le uniche che sfuggono a una descrizione fisica precisa sono Antonia e Alma, le due voci narranti che si alternano nella ricostruzione dei fatti, in una continua altalena tra quel che è stato e quel che forse è: non si riesce a visualizzarle, di loro si sa quel che fanno, cosa pensano, come vivono, ma poco si intuisce delle loro fattezze fisiche (solo di Antonia si sa che ha una pancia prominente, essendo prossima al parto), sono soprattutto entità emozionali.
Lo stile della Bignardi è pacato, misurato e tuttavia capace di prendere il lettore in modo sempre più appassionato; il racconto procede senza scossoni, senza evidenti colpi di scena, eppure da un certo momento in avanti e fino alla fine, non riesci a staccartene.
Mi sembra anche questa una bella prova narrativa, la quarta dopo il libro di memorie “Non vi lascerò orfani”, una specie di lessico famigliare alla Ginzburg, “Un karma pesante” e "L'acustica perfetta", in corso di traduzione in nove Paesi, tutti editi da Mondadori.
Insomma, leggetelo.
Non va bene come conclusione? Io dico di sì: leggetelo.

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