giovedì 17 aprile 2014

Sul comodino: "Betty" di Roberto Cotroneo


Betty

Autore: Cotroneo Roberto
Dati: 2013, 188 p., rilegato
Editore: Bompiani (collana Narratori italiani)

Ero alle prese con un caso sconvolgente.
Una donna legge un mio romanzo, prende il nome della protagonista
e vive come se fosse lei.

Sto leggendo l’ultimo romanzo di Roberto Cotroneo, “Betty” (occhio all’accento, il nome si pronuncia alla francese, sull’ultima vocale): un giallo definito dall’editore (e dall’autore stesso) come ‘giallo d’autore’ perché risente fortemente di uno stile che non risponde alle regole del classico giallo, quello deduttivo, ad enigma, dove il lettore viene accompagnato -indizio dopo indizio- a scoprire la soluzione del caso.
Photo HelenTambo on Instagram
Il protagonista è Georges Simenon, lo scrittore belga di lingua francese, inventore del commissario Maigret, un investigatore che ha abitato l’immaginario di tutti gli italiani tra gli anni Sessanta e Settanta, quando il grande Gino Cervi lo impersonava in una serie fortunata di sceneggiati televisivi in bianco e nero. Lo scrittore si trova a Porquerrolles, isola della Costa Azzurra, dove da anni trascorre periodi più o meno lunghi di riposo, spesso creativo. Ormai anziano, stanco e sofferente, la sua vacanza viene turbata in qualche modo da una vicenda misteriosa che riguarda la presenza sull’isola prima e la morte violenta poi di Betty, una donna che sembra aver voluto riprodurre la tragica esistenza della protagonista di un romanzo dello stesso Simenon, Betty appunto, della quale assume il nome fittiziamente, per una volontà di identificazione totale con un personaggio torbido e tragico.
Non è un giallo a tasselli e incastri, in cui tutto è deciso dall’inizio dal suo autore, che invece presenta la storia nel suo svolgimento, avendo solo poche linee portanti, in un flusso di coscienza, come ha affermato lo stesso Cotroneo, che riguarda Simenon, il quale racconta la storia in prima persona attraverso le pagine di un diario finora inedito. Questo testo lo leggiamo ora, dopo che è arrivato per caso nelle mani dello scrittore che decide in seguito di pubblicarlo, dopo averne scoperto l’autore, secondo l’espediente del manoscritto perduto, tipico del romanzo storico dell’Ottocento, divenuto cliché nella storia letteraria fino ai giorni nostri, passando da Manzoni a Sartre, a Eco.
La scrittura di Roberto Cotroneo è sempre molto introspettiva e lirica, anche in un giallo atipico come questo: leggendolo mi è venuta voglia di andare a Proquerolles, alla scoperta di questa specie di paradiso mediterraneo dalla storia affascinante, e di leggere “Betty” di Simenon, che è già sul mio comodino e che leggerò di seguito al romanzo di Cotroneo. Per una vacanza a Porquerolles mi organizzerò.

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