mercoledì 27 novembre 2013

Ultima lettura: "Argento vivo" di Marco Malvaldi


Argento vivo

Autore: Malvaldi Marco
Dati: 2013, 272 p., brossura; ePub con DRM 902,6 KB
Editore: Sellerio Editore Palermo (collana La memoria)

Photo Elena Tamborrino
Malvaldi mi mancava. Nel ricco catalogo Sellerio ogni tanto (spesso, anzi), mi spuntava questo nome ed io bellamente lo ignoravo. Così, senza un motivo. Ogni tanto lo sentivo nominare, ma non ero mossa da alcuna curiosità e veramente non so spiegarmene il motivo. Diciamo che a priori lo sottovalutavo, sbagliando. Allo stesso modo in cui lo avevo sempre ignorato, cioè non so come né perché, dopo qualche mese dalla pubblicazione di “Milioni di milioni” ho deciso che forse non potevo continuare a non sapere come scrive Marco Malvaldi. Da questa considerazione all’acquisto il passo è stato brevissimo, ma ancora più fulminea è stata l’infatuazione per questo chimico prestato (ma davvero prestato?) alla scrittura, per il suo stile ironico e garbato, per quell’uso della lingua toscana nei dialoghi che mi fa risuonare nelle orecchie voci, luoghi e persone che hanno riempito la mia vita, per l’arguzia e la brillantezza delle trovate narrative, per gli intrecci e gli svolgimenti. Nell’arco di quest’anno, a partire da febbraio e fino ad oggi, ho letto tutti i romanzi di Marco Malvaldi: una full immersion in piena regola, culminata con l’ultimo titolo, “Argento vivo”.
La trama è semplice: un famoso scrittore, assillato dalla sua editor in prossimità di una scadenza editoriale, resta vittima di un furto, il cui bottino comprende anche il computer sul quale è salvata l’unica copia del romanzo ormai prossimo alla pubblicazione. Parallelamente alle vicende che riguardano il grande scrittore, scorrono quelle della banda di balordi autori della rapina, quelle di Leonardo, ingegnere informatico blogger letterario per passione che si troverà tra le mani il pc bollente, quelle della bella Corinna, agente scelto di Pubblica Sicurezza, grazie alla quale si arriverà alla soluzione del caso, non senza peripezie, fraintendimenti, dialoghi surreali.



In basso a sinistra Marco Malvaldi al #SalTo13.
Photo Elena Tamborrino WoWCamera

Ferme restando alcune caratteristiche stilistiche, che in particolare nel ciclo dei vecchietti del Bar Lume si reiterano, quest’ultima fatica di Malvaldi si distingue per alcuni aspetti. Intanto formalmente: gli stacchi narrativi, rappresentati graficamente da uno spazio bianco, introducono la ripresa del concetto poco prima espresso. Questo consente il cambio di scena rapido, ma come a seguire un filo logico, una sottile linea che collega tutti i personaggi e tutti gli eventi, fino a portarli alla soluzione finale, quando il ritmo si fa più frenetico e anche le scene sono più brevi. E poi ci sono le lunghe digressioni che riguardano la matematica applicata alla musica, di cui parla durante una conferenza uno dei protagonisti del libro del grande scrittore (e così Malvaldi realizza una specie di ‘teatro nel teatro’) e le interessanti divagazioni di Leonardo sulla lettura, sua grande passione, sullo scrivere bene, sul lavoro dell’editor, sulla punteggiatura: si ha quasi l’impressione che l’autore abbia voluto, in queste ultime pagine, chiarire la sua posizione, far comprendere il suo pensiero sulla necessità di libri scritti bene, magari anche togliersi qualche sassolino dalla scarpa (ma questa è proprio un’impressione fugace), facendo del giovane ingegnere con la fissa dei libri una specie di suo alter ego.
“Argento vivo” è un libro che si legge con la solita scioltezza degli altri, ma con qualcosa in più: la scrittura di Marco Malvaldi si sta facendo sempre più matura e raffinata nel comporre situazioni a incastro, lo stile si caratterizza in modo sempre più inconfondibile, tanto che, alla fine, ti chiedi “a quando il prossimo?”, sentendone già la mancanza.

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