domenica 9 giugno 2013

Pier Paolo Pasolini e i suoi “Scritti corsari”: ancora twitteratura.


“Abbiamo perso prima di tutto un poeta
e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo,
ne nascono tre o quattro soltanto dentro un secolo.
Quando sarà finito questo secolo,
Pasolini sarà tra i pochissimi che conteranno come poeti.
Il poeta dovrebbe esser sacro.”
(Alberto Moravia, dall’orazione funebre per Pier Paolo Pasolini,
Casarsa della Delizia, 6 novembre 1975)

Una nuova operazione di riscrittura tramite tweet è in partenza, grazie all’iniziativa di Pierluigi Vaccaneo, Hassan Bodgdan Pautàs e Paolo Costa. 
il tweet segnale orario del giorno 8 giugno

Stavolta è il turno di “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini. Tra il 1973 e il 1975 lo scrittore friulano collaborò con il Corriere della Sera scrivendo una serie di articoli su argomenti di politica e società, raccolti in seguito in due volumi: uno, questo “Scritti corsari” al centro della nuova esperienza di twitteratura (#Corsari sul #Corsera!), prima della morte dello scrittore avvenuta nel novembre 1975, l’altro, “Lettere luterane”, uscito postumo nel 1976.
Il progetto è stato presentato dagli ideatori a Torino lo scorso 19 maggio, in occasione del Salone del Libro, in una cornice di festa a cui hanno partecipato numerosi Titani e riscrittori di #Leucò, riuniti per un bilancio dell’esperienza appena conclusa con le scritture pavesiane.
Pierluigi Vaccaneo, Paolo Costa, Michele Aquila, Hassan Bogdan Pautàs
 Si prevedono venticinque sessioni di riscrittura tramite tweet, ciascuna della durata di due giorni. Ogni sessione sarà avviata, da domani e fino al 29 luglio, da uno starter tweet, curato dal Corsaro che avrà adottato ciascun articolo: la riscrittura, nel suo farsi, sarà seguita e coordinata quindi da una persona, che poi raccoglierà i tweet sulla piattaforma Tweetbook, applicazione che permette di creare e condividere libri basati su Twitter, ideata da U10 nel febbraio 2012. Le differenze con l’esperienza precedente di #Leucò sono tutte qui: la durata delle sessioni, accorciata di un giorno per favorire la sintesi e la concentrazione, evitando possibili sfrangiature -inevitabili quando tutto o quasi è stato detto-, e la piattaforma di raccolta dei tweet (abbandonato Storify, si sperimenta appunto Tweetbook).
Ma perché Pier Paolo Pasolini? Dopo Cesare Pavese forse i riscrittori di #LunaFalò e #Leucò si aspettavano un autore vicino allo scrittore delle Langhe, ad esempio Fenoglio, o ancora einaudiano, ad esempio Calvino. E invece cinguetteremo in 140 caratteri su Pasolini.
Una scelta coraggiosa da parte di Pierluigi Vaccaneo, Hassan Bodgdan Pautàs e Paolo Costa: già avvicinare i lettori ad un testo difficile come i “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese (e averne poi uno straordinario riscontro popolare che ha dato loro ragione) è stata una grande sfida, adesso si alza l’asticella, il salto è se possibile più alto, soprattutto perché ci misureremo con testi che andranno innanzitutto contestualizzati nell’epoca in cui furono scritti, anni politicamente intensi e difficili, i primi Settanta del secolo scorso. Solo dopo sarà possibile astrarne le regolarità, gli universali ancora oggi riconoscibili nella società.
Forse dovremmo partire dalle parole di Laura Betti: “Ecco perché decisi - insieme a lui, come sempre - di non accettare, di disobbedire, di dare scandalo, di denunciare cosa può accadere ad un uomo pulito ‘in un paese orribilmente sporco’. E cominciai a raccogliere tutte le condanne a morte che gli erano state decretate con l’accordo delle destre nere e delle sinistre nere che stavano dietro la rete, tra i morti viventi.” L’esigenza può essere quella di aiutarci reciprocamente ad aprire gli occhi su alcune realtà politiche e sociali, sconosciute a molti per questioni di età, attraverso la riflessione intensa e continua sulle parole di Pasolini, testimone appassionato di un periodo che forse solo adesso possiamo studiare in una dimensione storica, a distanza di quaranta anni e nonostante molte ferite ancora aperte che quella stagione ha provocato.
Trasformare testi argomentativi di tanta intensità e passione, articolati e complessi pur nella loro linearità (Pasolini sentiva la missione civile dell’educazione e per questo non poteva essere che chiaro, rigoroso e limpido per poter raggiungere tutti) in un serio gioco letterario, modello di divulgazione culturale attraverso un social network, sembrerà azzardato. Noi Corsari e tutti i riscrittori che vorranno cimentarsi nella lettura collettiva e nella riscrittura degli “Scritti corsari” siamo sicuri che anche stavolta la sfida sarà vinta e molte persone che hanno conosciuto Pasolini per i suoi versi e i suoi romanzi, avranno finalmente un approccio completo alla sua opera.
Da domani seguiremo il primo Corsaro, @atrapurpurea, sotto l’hashtag #Corsari.
 
Qualche approfondimento qui:

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