mercoledì 22 maggio 2013

Ultima lettura: "Nata in una casa di donne" di Cetta De Luca


Nata in una casa di donne

Autore: De Luca Cetta
Dati: 2013, 104 p., brossura
Editore: L'Erudita (collana L'urgente)

Voi siete nati insieme […] amatevi l’un l’altro,
ma non fatene una prigione d’amore
(Khalil Gibran, Il Profeta)

Tre parti per una storia vera (le origini - l’età di mezzo - gli anni delle luci e delle ombre), ciascuna introdotta da versi di Gibran e Tagore: versi evocativi di affetto e amore, passato e futuro, gli ingredienti principali della vicenda umana di Teresina e Giorgio. La loro è una storia semplice, comune, quella di una famiglia come tante, nata e cresciuta alla fine degli anni Cinquanta, negli anni del benessere economico, negli anni in cui era facile realizzare sogni ed ambizioni. In particolare quelli di Teresina, partita dalla Calabria carica di voglia di riscattare la sua condizione di povera ragazza del sud, quasi incapace di parlare in italiano ma desiderosa di recuperare terreno, come solo i cavalli di razza sanno fare. Intorno a questa figura femminile forte, volitiva, un po’ capricciosa e determinata si snoda la storia della famiglia. Intanto un marito ‘un po’ femmina’ perché circondato da femmine, rassegnato quasi ad essere un comprimario, ma decisamente centro di interesse della figlia Lucia, che vuole a tutti i costi piacergli, desidera che lui sia orgoglioso, che ne approvi scelte e perdoni errori. Poi quattro figlie, diverse e complementari, in una comunità solidale ma anche divisa da caratteri e attitudini diverse, che portano ciascuna il proprio fardello di esperienze anche dolorose, che le faranno crescere in fretta, all’ombra di mamma Teresina, assolutista e protagonista.
La narrazione si snoda attraverso due generazioni (genitori e figlie), che si aprono ad una terza, quella dei nipoti e del futuro (Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti, Khalil Gibran), di decennio in decennio, tra trasferimenti, amicizie, amori, ribellioni: ogni decennio è introdotto da un breve sommario che riassume i fatti e i personaggi che hanno caratterizzato il periodo e che fanno da sfondo storico alle vicende di questa casa di donne. Alla fine del romanzo, quasi ad attenderci alla chiusura del cerchio, troviamo Giorgio, il babbo quasi invisibile e distratto, schiacciato dalla personalità prorompente della moglie Teresina e dalle sue quattro piccole donne. E la figura di Giorgio si riscatta, questo libro è per lui, che, se non ci fosse stato, nessuno e niente ci sarebbe stato, nemmeno quella moglie tanto bella e tanto prepotente (Nella mia vita/ ho amato, cuore e anima,/luci ed ombre della terra, Rabindanath Tagore) .
La scrittura di Cetta De Luca è semplice, piana ma anche evocativa di sentimenti complessi, pensieri difficili, articolati. Non solo narrazione, ma anche scavo interiore, trasudante emotività, di chi quegli anni li ha visti, avendone vissuto speranze e delusioni e ancora aspettative. Un libro scritto con amore e per amore, con la certezza che anche gli errori paghino, non si pagano e basta.

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