venerdì 5 aprile 2013

Ultima lettura: "La piramide del caffè" di Nicola Lecca


La piramide del caffé

Autore   : Lecca Nicola

Dati: 2013, 233 p., brossura
Editore: Mondadori (collana Scrittori italiani e stranieri)

Come ogni mattina, anche oggi la sveglia di Imi suona puntuale.
Sembra proprio una giornata come un’altra:
invece, fra poco, tutto cambierà.


Il mondo di Imi è semplice, gli occhi di Imi sono puri, al limite dell’ingenuità. I valori che Imi ha assorbito nell’orfanotrofio ungherese in cui è cresciuto fino ai diciotto anni e da cui proviene, sono talmente saldi che rappresentano le lenti quasi deformanti della realtà londinese in cui è approdato, cercando fortuna. Sono pochi gli schemi da applicare ad un ambiente che non è quello che sembra e che per questo riserverà al protagonista del romanzo di Nicola Lecca non poche perplessità. La Proper Coffee, catena di caffetterie multinazionale dove un cappuccino deve essere sempre uguale a se stesso (stessa quantità di caffè, stessa densità della schiuma, stessa cremosità senza guizzi interpretativi da parte del banconista), sembra l’Eldorado, il paradiso possibile per Imi.
Intorno alla sua affermazione sociale, nel paese che ha scelto per vivere, abbandonando la realtà provinciale di Landor al confine tra Ungheria e Austria, si muovono personaggi diversi, ciascuno portatore non sempre sano di varia umanità. Nicola Lecca, mantenendo uno stile pulito e lineare, calibra toni e registro a seconda del personaggio inquadrato volta per volta: tutta la piramide del caffè -dal creatore della catena Proper Coffee, ai dirigenti delle filiali, ai banconisti-, la scrittrice Nobel per la letteratura volontariamente esiliata dal mondo e l’amico libraio Morgan, la padrona di casa di Imi con la sua vicina di casa antropofobica, i bambini dell’orfanotrofio. Ma gli occhi con i quali Lecca guarda la vicenda per raccontarla, sono prevalentemente quelli di Imi, capace di sorprendersi, indignarsi, interrogarsi su tutto ciò che vive, da protagonista o da spettatore.
Questo è un libro che si legge presto, anche grazie ai capitoli brevi, a volte brevissimi, che consentono di chiudere una scena, un pensiero, una situazione in poco spazio, lasciando al lettore il tempo di assaporarli, proprio come si farebbe con una tazzina di caffè.
Nel corso della lettura ci si scopre a tifare per Imi, a sperare per lui un risveglio non troppo brutale, che gli conservi la fiducia nell’umanità senza troppo candore, ché se sei pecora il lupo ti mangia.


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