lunedì 17 dicembre 2012

La mamma di Ovidio è una smorfia


La mamma di Ovidio è una smorfia. Una smorfia che le attraversa la faccia ed è solo quella. Non ci sono occhi, strizzati nelle lacrime, non c’è naso, distratto al centro dell’ovale distorto, non c’è mento, annullato nella deformazione, non capelli, attaccati alla fronte in bande lunghe e umide.

Ovidio, 17 anni alti alti, i capelli mori, magro. Ovidio che va a scuola, ma va anche a lavorare per aiutare la famiglia, perché i soldi non bastano, perché il nuovo marito di mamma è disoccupato da tanti anni, perché c’è un fratello piccolo che con lui divide la mamma ma non il papà.  E allora Ovidio la mattina va all’istituto tecnico, vuole il diploma, ma il pomeriggio a raccogliere olive o pomodori a seconda della stagione. Oppure a fare compagnia agli anziani in un centro ricreativo. Oppure a fare le prove a teatro, gli piace recitare.
Con Pietro, il patrigno, litiga sempre: si odiano, una volta Ovidio lo ha pure denunciato per maltrattamenti, gli rimprovera di essere violento con tutti, con la mamma in particolare. Quella mamma che va a fare pulizie nelle case, a nero. Quella mamma che ora è una smorfia.

Ovidio è in bagno: steso a terra, rantola con la testa rotta. Sangue ovunque, soprattutto addosso a Pietro, sporco di quel rosso di figlio, anzi di figliastro. Pietro al culmine di una lite, l’ennesima, mentre la mamma di Ovidio non è in casa, ha preso il mattarello, quello che serve per tirare la sfoglia, e ha colpito colpito colpito, alla cieca, dove capitava ma soprattutto alla testa. Finché Ovidio non si è afflosciato in bagno, il luogo dove cercava rifugio da quella furia bestia, e dove invece è rimasto incastrato, senza più via di fuga.

(l'immagine è presa da http://www.perugia24ore.it/news/perugia/0022378-omicidio-pietrafitta-domani-laddio-ad-ovidio)

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